In un passato non troppo lontano, varie celebrità del mondo del cinema e della musica venivano contattate per spot pubblicitari in Tv o sulla carta stampata. Avere un prodotto indossato o utilizzato da un attore famoso rappresentava quasi sempre una strada sicura per accalappiare nuovo pubblico e clienti. Con l’evolversi del web e dei social si è sempre più fatta avanti la figura dell’influencer che ha, soprattutto tra le generazioni più giovani, in parte sostituito la funzione di promoter che veniva, e viene con minor rilievo, svolta dai big dello spettacolo.
In questo contesto allora possiamo notare che chiunque abbia raccolto molti follower o, in generale, iscritti, grazie alla qualità dei suoi contenuti, che sia su Youtube, Instagram o Facebook, oggi riesca a raggiungere ed avere un’influenza su un pubblico potenzialmente globale.
Diventare influencer su Instagram, a seconda del nostro impegno e delle strategie che decidiamo di adottare, può significare guadagnare un piccolo extra al mese o costruirsi un brand famoso in tutto il mondo. Come abbiamo visto anche nell’articolo “Come guadagnare su Instagram” (link), infatti, essere un influencer rappresenta uno dei principali modi per lavorare con questa piattaforma.
Vediamo allora in cosa consiste la figura dell’influencer e come si può muovere per collaborare con le aziende.
Chi sono gli influencer
Gli influencer sono persone che si sono costruite una propria reputazione ed un audience sui social media grazie alla loro conoscenza su un certo argomento, tale da riuscire ad influenzare una massa di persone attraverso i consigli e l’utilizzo di prodotti.
Dato che i follower si fidano dell’opinione degli influencer, prenderanno sicuramente in considerazione il loro suggerimento sulla marca di un tappetino su cui fare gli esercizi, se si tratta di un’insegnante di fitness che fa lezioni su Instagram o su quale sia la manicure più di tendenza, se la nostra influencer è un’estetista seguita da centinaia di migliaia di persone.
È facile allora prevedere come le aziende vogliano collaborare con gli influencer perché vedono in loro un’opportunità unica di promuovere i loro prodotti, soprattutto se il loro target è giovane o molto attento alle mode. È un dato di fatto, non a caso, che i migliori influencer riescono in qualche modo persino ad intercettare prima le tendenze e a farle proprie, catalizzando l’attenzione sullo stile e sulla personalità che essi stessi riescono a regalare agli oggetti indossandoli o usandoli.
Quanti follower servono per fare l’influencer
Anche se probabilmente quando pensiamo ad alcuni influencer famosi vi associamo anche i loro seguiti di migliaia o milioni di persone, non c’è da temere. Ciò che conta, infatti, molto di più del numero di follower che ha il tuo profilo, è che chi lo gestisce sia autorevole e, di conseguenza, riesca ad avere un impatto sulla sua community con i suoi suggerimenti.
In base alla nicchia di pubblico che si raggiunge possiamo dividere gli influencer in 4 tipi:
- possono bastare anche meno di 1.000 follower per essere considerati dei Nano-Influencer, che potrebbero essere indicati per promuovere prodotti estremamente specialistici.
- Dai 1000 ai circa 40000 follower ci sono poi i Micro-influencer. Dal momento che il loro seguito è a metà strada tra il grande successo e la nicchia più ristretta, il Micro-influencer tiene molto a continuare a mantenere un rapporto di affidabilità con il suo pubblico ed è difficile che lo pregiudichi collaborando con aziende che hanno poco a che fare con la sua pagina.
- Se i seguaci di un profilo si trovano tra i 40000 ed il milione di follower, allora si parla di solito di Macro-influencer (o Power influencer). Questo gruppo di personalità costituisce probabilmente per i brand la migliore scelta poiché sono più accessibili del tipo che vedremo tra poco e, allo stesso tempo, possiedono un numero abbastanza alto di potenziali clienti a cui mostrare un prodotto.
- I Mega-influencer (o Celebrity), infine, sono quelli che posseggono minimo 1 milione di follower su almeno una piattaforma social. A questa categoria appartengono, prevedibilmente, nomi illustri della moda, del cinema e dello sport. Si tratta di profili che possono arrivare a chiedere molte migliaia di Euro per singolo post e sono quasi sempre gestiti da agenzie che si occupano di selezionare i migliori contratti con le, ovviamente, grandi aziende che vogliono collaborare con loro.
Come iniziare a collaborare
Come accennato prima, però, non bastano soltanto i numeri a far di un Instagrammer un vero influencer. Prima ancora di pensare a come collaborare con le aziende, esistono delle operazioni preliminari da considerare per creare una strategia di successo.
1) Curare con attenzione il profilo
La base per crescere su Instagram consiste nell’avere un profilo curato, con un feed di immagini accattivante ed omogeneo, ed una nicchia di riferimento ben definita. Scegli il tuo target e crea contenuti anche graficamente di qualità di cui sei appassionato e competente.
L’obiettivo di qualsiasi Influencer è quello di costruire una Community di follower attivi che interagiscano con i tuoi post e, idealmente, tra di loro, e che accolgano i tuoi consigli e magari condividano le esperienze che hanno avuto utilizzando ciò che gli proponi. Per facilitare il riconoscimento e la partecipazione alla pagina è fondamentale che tu appaia nelle foto e nelle storie e che sia disponibile a rispondere alle domande e alle curiosità di chi commenta.
Di pari passo con la gestione del profilo andrà configurato un budget, quanto più realistico possibile, da assegnare alle attività di produzione dei contenuti e alla pianificazione della strategia che verrà aggiustata anche in corso d’opera.
2) Creare il proprio media kit
Il media kit è una specie di curriculum vitae di un profilo Instagram (o di un altro social) che presenta l’influencer per chi è, che tipo di collaborazioni e lavori ha effettuato e in cosa si distingue dagli altri. Questo documento sarà poi inviato ai brand e alle agenzie con la prospettiva di instaurare una collaborazione o può essere richiesto dalle stesse, perciò è sempre bene averlo pronto.
Un buon media kit dovrà necessariamente includere:
- Una sezione “Chi sono” dove ci presentiamo brevemente (senza dimenticare di inserire nome e cognome, nickname IG e come ci chiamiamo sulle eventuali altre piattaforme social dove siamo presenti), indichiamo la nostra mission ed una nostra foto (magari la stessa del profilo).
- Una parte relativa a tutte le nostre collaborazioni passate e mostrando sottolineando cosa abbiamo fatto. Che si tratti di reel, video per IGTV o immagini, descrivi i migliori tipi di contenuto che puoi offrire al brand.
- La terza sezione fondamentale, quella degli “Insights”, serve a far avere un’idea concreta dei risultati che possiamo portare, tramite le statistiche dei nostri canali social. Oltre al numero di follower e like, è importante valorizzare il livello di engagement della tua community, perché è quello l’elemento che può fare la differenza rispetto agli altri influencer.
- Concludi il media kit con uno spazio da dedicare ai tuoi contatti.
3) Stilare una lista di brand con i quali si vuole collaborare
Quali sono le aziende che ci ispirano e con cui condividiamo i valori? Effettuiamo una ricerca di quali possano essere i brand che più ci rispecchiano e andiamo per gradi, partendo dalle realtà più piccole e/o locali, e salendo verso brand più famosi man mano che cresciamo di pubblico.
4) Iniziare ad inviare mail
Dopo aver stabilito quali aziende possano andare bene per il nostro target, possiamo inviare le nostre candidature via mail, complete di media kit. Facciamo attenzione a non cadere nella pigrizia inviandole tutte uguali ma personalizziamole con specifiche informazioni ed un messaggio diverso per ogni brand. Nella mail cerca di specificare: perché stai contattando proprio questo brand?
5) Mantenere il profilo attivo
Ora che gran parte del lavoro è fatto, facciamo in modo da non trascurare la nostra pagina ma continuiamo costantemente a popolarla di contenuti di valore, in modo che nel momento in cui le aziende che abbiamo contattato verranno a visitarla non resterà delusa ma invece noterà il nostro impegno al progetto.
I diversi tipi di collaborazioni⠀
A prescindere dal fatto che siamo noi a contattare le aziende o viceversa, possiamo ricevere principalmente 3 tipi di richiesta di collaborazione:
1) Scambio merce
La modalità che prevede l’invio da parte dell’azienda all’influencer di un prodotto in cambio della visibilità dello stesso attraverso post, storie o articoli rappresenta la forma più conveniente di influencer marketing per i brand, ma anche un buon compromesso per i piccoli influencer per farsi conoscere acquisendo più collaborazioni da inserire nel media kit.
2) A pagamento
In questo modo l’influencer, oltre al prodotto o al servizio da sponsorizzare, o anche all’invito a partecipare ad un evento, riceve il pagamento di una fee. Questa varierà in base ad una serie di fattori che comprendono la copertura media dei post, la loro complessità e quantità, nonché il coinvolgimento della community e l’autorevolezza del Personal Brand (puoi scoprire come rafforzare il tuo PB seguendo il mio webinar a tema).
3) Affiliazioni
Con i programmi di affiliazione, l’influencer guadagna una percentuale sulle vendite del prodotto, oltre a quest’ultimo. Per essere riconosciute, le vendite dovranno essere tracciate tramite un link creato ad hoc per l’influencer da inserire nel link in bio o nello swipe up delle storie.
L’influencer inoltre può divenire Brand ambassador quando si fa promotore di una particolare marca o prodotto in maniera costante. Questo tipo di influencer crede davvero in quello che promuove e lo consiglia agli altri come potrebbe fare un amico, dedicandogli una grande quantità di contenuti. Si dovrà comunque specificare che si tratta di una collaborazione con un brand tramite gli hashtag #gifted #giftedby (se c’è stato uno scambio), #ads #ad #adv (o il tag post “sponsorizzato da” in alto) se a pagamento o #affiliate nell’ultimo caso. Per gli ambassador l’hashtag può variare in base agli accordi che si hanno con il brand.
Come specifico anche nel mio post, bisogna fare molta attenzione a quanto viene concordato nella fase di contatto con le aziende e diffidare completamente da chi ci propone spese di spedizione da pagare o sconti per l’acquisto dei prodotti che dovremo pubblicizzare.
Nel caso in cui ti siano già arrivate proposte di questo tipo, non sei solo: la pagina IG Influencer Pay Gap si è da sempre impegnata a mostrare le segnalazioni di influencer con le “migliori” offerte che hanno ricevuto da varie aziende (che restano anonime). Dietro la risata amara che si può fare leggendo questi post, questa pagina ci permette di imparare a metterci in guardia da tante perdite di tempo o situazioni spiacevoli.
Come decidere quanto farsi pagare
Sebbene, come abbiamo visto, esistano celebrity influencer con milioni di follower che arrivano a richiedere anche centinaia di migliaia di Euro per singolo post condiviso, sappiamo anche che il numero di seguaci non rappresenta l’unico parametro da cui dipende la nostra retribuzione come influencer.
Un altro importante fattore da tenere in considerazione è la categoria a cui può essere associato il nostro profilo: il nostro prodotto rientra in un mercato molto vendibile online (come moda o videogiochi) o tratta un interesse di nicchia o altamente specializzato (ad esempio, prodotti per la pesca o software di disegno tecnico)?
Il fatto che questi ultimi siano meno popolari non significa che si debba chiedere un compenso più basso. Al contrario, essendo magari uno dei pochi esperti del settore potrai avere più chance di far fruttare una collaborazione soddisfacente da entrambi i lati.
L’importante, dopo tutto il tempo ed il lavoro necessario per mantenere un profilo, è non arrivare mai a svalutarsi.