Per poter misurare efficacemente i risultati ottenuti da un profilo Instagram, le statistiche sono fondamentali. Il semplice crescere dei follower infatti, non è sempre di per sé indice di un profilo sano. I ghost follower, per esempio, possono falsare questi dati rendendoli poco concreti.
Per comprendere il reale stato di salute e di crescita infatti, è necessario dare grande importanza al numero di interazioni dei follower. Sotto questo punto di vista, l’Engagement Rate (ER) rappresenta una metrica efficace e soprattutto concreta.
Il calcolo dell’ER prende in considerazione le azioni attive svolte da un follower rispetto al profilo che sta seguendo. Rientrano dunque in questa categoria di interazioni i commenti (anche attraverso una semplice emoji) e i like
Ottenere questo tipo di valore non è complicato. Basta sommare i like e i commenti ricevuti dalle ultime foto pubblicate (escludendo la più recente). Più il numero di foto è elevato, più il valore ottenuto offre un dato su lungo termine, in ogni caso è bene prendere in considerazione almeno una decina di foto. Il risultato di tale operazione va diviso per il numero totale di follower. Infine, il numero va moltiplicato per 100. Quanto ricavato, calcolato come percentuale, rappresenta l’Engagement Rate di un profilo.
Una volta determinata questa percentuale poi, è necessario avere dei punti di riferimento per capire se il tasso di interazione è positivo o meno. In tal senso, esistono diverse variabili che dipendono dall’argomento trattato e dal target a cui ci si riferisce. Non solo: più un profilo ha un seguito numeroso di follower, più fisiologicamente l’ER tende a scendere.
Per dare un’idea concreta rispetto a una percentuale positiva o meno, un profilo con meno di 5.000 follower e con un Engagement Rate attorno al 5% è considerato un ottimo valore. Per un profilo che può vantare 100.000 follower invece, superare il 2% è già un grande risultato.
Se ottenere follower può non essere semplicissimo, mantenere alta l’attenzione degli stessi è ancora più complicato. Mantenere a certi livelli l’Engagement Rate non è semplice e richiede un lavoro costante, che deve affiancare la pubblicazione di nuovi contenuti.
Quali sono le azioni che potenzialmente permettono di sostenere a livelli accettabili l’ER? Di seguito elenchiamo alcune tra le più comuni.
Taggare utenti può essere un ottimo modo per attirare l’attenzione e coinvolgere profili di rilievo. Pur trattandosi di una tecnica considerata “aggressiva” e potenzialmente invadente, capace di sfociare nel più classico spam, se utilizzata con equilibrio può incrementare visibilità e interazioni.
In quest’ottica, è bene dunque concentrarsi su profili dei quali si sta condividendo un contenuto, oppure brand ambassador o comunque figure strettamente legate alla propria attività. Oppure citare un profilo che, in qualche modo, è coinvolto con il contenuto condiviso. In questo modo è possibile ringraziarlo o fargli dei complimenti coinvolgendolo direttamente nel post.
Far sentire i follower parte di una community viva e attiva, è portato in parte proprio dalla tipologia e dalla frequenza di interazioni che si hanno con gli stessi. Rispondere, per quanto possibile, ai commenti dei follower è dunque una buona abitudine per mantenere saldo il rapporto.
Interagire quando citati attraverso tag (escludendo ovviamente tutto ciò che è spam), favorisce da parte dei follower la sensazione di avere a che fare con un profilo vivo, che li ascolta e tiene in considerazione. Il risultato di tale comportamento è di ottenere un maggior numero di interazioni sul medio-lungo periodo.
Chiaramente ogni discorso di questo tipo è strettamente legato a un piano editoriale degno di tale nome. Pubblicare contenuti di qualità e coerenti con lo stile del profilo, è infatti la base per garantirsi quante più possibili interazioni.
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